venerdì 11 luglio 2008

gioco di memoria e tempo

Cosa ho fatto in tutto questo tempo?
beh... se seguite le mie foto, che almeno quelle aggiorno, ho proseguito nella scoperta del Nord America.

Ho vissuto, nel mio piccolo, ciò che possono aver provato gli scopritori. Con la mia canoa e altri due esploratori, Sarah, dall'Arizona, e Chris, Montreal, a colpi di pagaia abbiamo ammirato le bellezze del parco de La Mauricie.
Splendido... presa la canoa abbiamo iniziato l'avventura, davanti a noi acqua e boschi, il silenzio, il sole che si scopriva, le immagini riflesse perfettamente nel lago. Un quadro perfetto... fino a quando...
gli altri scopritori, italiani, spagnoli, libanesi e canadesi, ci hanno raggiunto e quindi c'è stata una gran festa!
altro che silenzio.. abbiamo mangiato tutti assieme in mezzo al lago sulle nostre canoe e poi, dopo aver raggiunto la riva, abbiamo camminato per raggiungere una bellissimissima cascata!
e lì ci siamo tuffati dentro!
FANTASTICO!!!!
fantastico veramente. L'acqua non era fredda, direi calda (e io sono freddolosa). L'acqua del lago di Garda è dicesamente più fredda!
é stato proprio bellissimissimo. Per questo voglio ringraziare
ALESSIA (bolognese che sì fa la psicologa del lavoro, ma in realtà è un'incredibile organizzatrice di eventi)
PABLO (from Spagna... grazie a lui abbiamo scoperto questo angolo paradisiaco!!!)
CINDY e marito (from Canada. Loro hanno fanno il sostegno logisitico, hanno dato le idee ad Alessia e Pablo, ci hanno spronato e hanno riso con noi come dei bambini).
IL parco è veramente incredibilmente bello!!!! Da fare... e da stare con la tenda -meglio se canadese ;-)

Grazie invece ad Alessandro, e a due suoi amici che ha invitato dall'Italia: Giorgia e Christian, ho scoperto....
LA GRANDE MELA!!!!
It is AMAZING, it is so huge...
è fantastica!
Ma ...
già, c'è un ma...
Ma dopo aver visitato il MOMA, visto le luci, sentito il rumore, assaporato sapori, annusato profumi e odori, toccato vestiti, dentro me avevo dei sentimenti ed emozioni un po' strane. Ero tutta scombussolata.
In realtà un'altra Emanuela ha visto una New York così romantica, ha percepito una New York così intimistica. Mi sentivo come "splittata"... dicevo una cosa, ma in realtà non l'avevo mai pensata prima. Affermavo un mio pensiero ma subito dopo pensavo il contrario. Uscivano dalla bocca frasi, parole che non testimoniavano un pensiero profondo, rimuginato, costruito, voluto... pensavo tutto e il contrario di tutto. E al ritorno, mentre scrivevo una cartolina, o meglio, mentre scrivevo la cartolina a Claudio, ho trovato delle parole che potevano riassumere, starci:
A la recherche du temps perdu (Alla ricerca del tempo perduto).
E come possiamo trovare su Wikipedia, "che sia un tempo interiore o un tempo esteriore, è un tempo che si è perduto; esso è, quindi, legato al passato, ma al contempo è un tempo verso il quale tende il presente".
Forse a New York e nei gorni precedenti ho vissuto ciò che Proust definisce "la memoria spontanea o involontaria", cioè quella memoria "sollecitata da una casuale sensazione e che ci rituffa nel passato con un procedimento alogico, che permette di sentire con contemporaneità quel passato, di rivederlo nel suo clima: è l'intermittenza del cuore." C'è un "recupero memoriale basato sull'analogia-identità tra la casuale sollecitazione del presente e ciò che è sepolto nel tempo perduto".
Questo procedimento porta "alla vittoria sul tempo e sulla morte, cioè ad affermare noi stessi come esseri capaci di recuperare il tempo e la coscienza come unico elemento che vince la materia e porta alla Verità e alla Felicità. Ricordare è creare. Ri-cordare è ri-creare.
Secondo Proust, l'intelligenza e lo spirito che riescono a contrapporre Termpo perduto e Tempo ritrovato, sono motivo di grande felicità perchè queste persone riescono ad "eliminare la sensazione di perdita del tempo e permette alla persona di uscire dalla dimensione del tempo reale e riscoprire la verità di un momento della sua esistenza."

A lungo, mi sono coricato di buonora. Qualche volta, appena spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che non avevo il tempo di dire a me stesso:"Mi addormento". E, mezz'ora più tardi, il pensiero che era tempo di cercare sonno mi svegliava; volevo posare il libro che credevo di avere ancora fra le mani, e soffiare sul lume; mentre dormivo non avevo smesso di riflettere sulle cose che poco prima stavo leggendo, ma le riflessioni avevano preso una piega un po' particolare; mi sembrava d'essere io stesso quello di cui il libro si occupava: una chiesa, un quartetto, la rivalità di Francesco I e Carlo V.

Dalla parte di Swann, traduzione Giovanni Raboni, Mondadori.

1 commento:

marcopaini ha detto...

ma ogni tanto lavorate o lì si fanno solo delle gran gite?!